Quando cadrà il Colosseo cadrà anche Roma, ma quando cadrà Roma cadrà il mondo.
Questo scritto di Beda il Venerabile, monaco e storico inglese del VII secolo, riflette tutta l'ammirazione del mondo medioevale per quello che ancor oggi è considerato il simbolo dell'Impero Romano.
Il nome Colosseo si diffuse nel Medioevo, in quanto il nome originario è Anfiteatro Flavio, in onore della dinastia flavia, a cui apparteneva l'imperatore Vespasiano, che lo fece costruire nell'anno 72 d.C.; fu inaugurato dall'impeartore Tito nell'80 con cento giorni di feste, spettacoli con animali, esecuzioni dei criminali, combattimenti di gladiatori e riproposizione di famose battaglie. Alto 52 metri, di forma ellittica, poteva contenere sino a 50.000 spettatori, che entravano dai 76 ingressi: i posti erano divisi in base alla classe sociale e c'era un palco speciale per l'imperatore.
Oggi è uno dei luoghi più visitati di Roma:lo spiazzo antistante, da dove si ha una vista d'insieme dell'anfiteatro e della vicina zona dei Fori Imperiali e si può ammirare l'Arco di Costantino (vero e proprio museo di scultura romana ufficiale, straordinario per ricchezza e importanza), è sempre gremito di turisti, bancarelle che vendono souvenirs e finti gladiatori con cui farsi fare una foto.
L'interno è visitabile: si possono vedere le scalinate dove sedevano gli spettatori, mentre nell'arena si vedono gli ambienti di servizio, che erano ricoperti da un pavimento in legno su cui veniva gettata della sabbia, costantemente pulita, per assorbire il sangue delle uccisioni.
Chi visita oggi il Colosseo non può fare a meno di meravigliarsi dell'imponenza di questa costruzione, sopravvissuta per quasi due millenni e intemperie, terremoti, incendi e saccheggi.
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